giovedì 27 giugno 2013

Eco-Logos




Cos'è l'ecologia? L'etimologia della parola parla chiaro: oikos, "casa" o anche "ambiente"; e logos, cioè “studio” o “comprensione”. Lo studio e la comprensione della “nostra casa”, quasi inutile dirlo, non ammette o almeno non dovrebbe ammettere una base ideologica di partenza; nella realtà dei fatti tuttavia, nell'accezione comune l'”ecologismo” è identificato con un determinato areale politico, più o meno sfumato. Perché? Il motivo è essenzialmente uno: la fine della contrapposizione ideologica del dopoguerra è coincisa con lo sviluppo sempre più evidente di concetti “ecologisti” o “ambientalisti” mano a mano più definiti (anche grazie al progressivo sviluppo delle conoscenze scientifiche correlate). Il terreno di coltura sul quale l'ecologismo si è innestato è caratterizzato tuttavia dal suprematismo economico tipico dell'impostazione liberale capitalistica; in un certo senso il capitalismo può essere definito, rispetto alla definizione di ecologia come la strategia sociale che presuppone la predominanza dei concetti economici rispetto ai concetti ecologici di base. L'economia (oikos cioè “casa” o “ambiente” e nomos, cioè “norma” o in esteso “gestione”) nell'approccio capitalistico viene vista come una sovrastruttura che tutto comprende e tutto regola. Tuttavia se ragioniamo sul significato profondo di queste due parole, la supremazia dell'economia sull'ecologia presupporrebbe l'elaborazione di regole di gestione (anche a livello globale) della nostra casa (la biosfera) ancor prima che di averne compreso i meccanismi di funzionamento; sarebbe come l'affidare la stesura di un regolamento sulle fughe di gas in appartamento a chi si rifiuta prima di aver compreso come si accendono i fornelli (tanto per dirne una). Capirete che le probabilità di incidente potrebbero rilevanti.
Ci troviamo quindi in una situazione in cui il sovvertimento di questo stato di cose, almeno nel mondo dorato (ma un po' appannato) del globalismo spinto, presupporrebbe una sorta di atto rivoluzionario che avrebbe implicazioni su tutti gli aspetti della vita di tutti i giorni di ognuno di noi. La consapevolezza di ciò porta inevitabilmente (e pur con dei distinguo nei confronti di chi si riempie la bocca di concetti “ambientalisti” o “ecologisti” con approcci limitativi e limitanti da far paura) ad una contrapposizione ideologica netta. E appare davvero molto desolante il fatto che la sinistra (italiana ma anche europea e internazionale), orfana della “luce” ideologica alla fine del secolo scorso, non abbia capito che il futuro dei diritti dei lavoratori o più estesamente dei diritti umani di ogni singolo cittadino andrebbero combattuti su questo nuovo campo di battaglia.