Cos'è
l'ecologia? L'etimologia della parola parla chiaro: oikos,
"casa" o anche "ambiente"; e logos,
cioè “studio” o “comprensione”. Lo studio e la comprensione
della “nostra casa”, quasi inutile dirlo, non ammette o almeno
non dovrebbe ammettere una base ideologica di partenza; nella realtà
dei fatti tuttavia, nell'accezione comune l'”ecologismo” è
identificato con un determinato areale politico, più o meno sfumato.
Perché? Il motivo è essenzialmente uno: la fine della
contrapposizione ideologica del dopoguerra è coincisa con lo
sviluppo sempre più evidente di concetti “ecologisti” o
“ambientalisti” mano a mano più definiti (anche grazie al
progressivo sviluppo delle conoscenze scientifiche correlate). Il
terreno di coltura sul quale l'ecologismo si è innestato è
caratterizzato tuttavia dal suprematismo economico tipico
dell'impostazione liberale capitalistica; in un certo senso il
capitalismo può essere definito, rispetto alla definizione di
ecologia come la strategia sociale che presuppone la predominanza dei
concetti economici rispetto ai concetti ecologici di base. L'economia
(oikos cioè “casa”
o “ambiente” e nomos,
cioè “norma” o in esteso “gestione”) nell'approccio
capitalistico viene vista come una sovrastruttura che tutto comprende
e tutto regola. Tuttavia se ragioniamo sul significato profondo di
queste due parole, la supremazia dell'economia sull'ecologia
presupporrebbe l'elaborazione di regole di gestione (anche a livello
globale) della nostra casa (la biosfera) ancor prima che di averne
compreso i meccanismi di funzionamento; sarebbe come l'affidare la
stesura di un regolamento sulle fughe di gas in appartamento a chi
si rifiuta prima di aver compreso come si accendono i fornelli
(tanto per dirne una). Capirete che le probabilità di incidente
potrebbero rilevanti.
Ci
troviamo quindi in una situazione in cui il sovvertimento di questo
stato di cose, almeno nel mondo dorato (ma un po' appannato) del
globalismo spinto, presupporrebbe una sorta di atto rivoluzionario che
avrebbe implicazioni su tutti gli aspetti della vita di tutti i
giorni di ognuno di noi. La consapevolezza di ciò porta
inevitabilmente (e pur con dei distinguo nei confronti di chi si
riempie la bocca di concetti “ambientalisti” o “ecologisti”
con approcci limitativi e limitanti da far paura) ad una
contrapposizione ideologica netta. E appare davvero molto desolante
il fatto che la sinistra (italiana ma anche europea e
internazionale), orfana della “luce” ideologica alla fine del
secolo scorso, non abbia capito che il futuro dei diritti dei
lavoratori o più estesamente dei diritti umani di ogni singolo
cittadino andrebbero combattuti su questo nuovo campo di battaglia.